UNA STORIA AVVINCENTE E APPASSIONANTE TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Un’Odissea. Questa è la vita di Patricia. Una vita che lei stessa definisce “tragicomica”, perché piena di incredibili avventure, amori travolgenti e momenti talvolta dolorosi.
La sua Itaca è un po’ Milano, un po’ Riccione, un po’ Molfetta: i luoghi che la legano alla famiglia e soprattutto agli amati nonni. Con umorismo, sensualità e quella che Calvino chiamerebbe “smania di raccontare”, Patricia, come Ulisse e Sherazade, ci conduce nelle aule di un collegio aristocratico, nelle vie soleggiate e polverose di Gerusalemme, nel palazzo della regina Rania di Giordania e nei palchi calcati dalle danzatrici del ventre. La sua vicinanza all’ebraismo e al mondo politico israeliano inseriscono la sua storia nella grande Storia, permettendo al lettore di immergersi in un mondo velato dalle nubi nottilucenti, dove la vita si mescola al sogno e dove ogni conflitto trova pace nel racconto.
Patricia Carabellese è nata a Milano. Sin da giovane ha mostrato interesse per la carriera diplomatica e ha conosciuto da vicino il mondo politico israeliano. Tra le altre cose si è dedicata alla danza del ventre. Attualmente vive a Riccione con un gatto con grande attitudine al comando.
Aurelio Pennati –
RICCHEZZA, ORRORE E RISCATTO
Come uomo, trovo che gli uomini in questo libro rappresentano il fallimento morale e affettivo in modo drammatico e sconvolgente. Il nonno miliardario di Patricia, nonostante il suo potere e le sue risorse, si rivela incapace di fornire amore e protezione alla nipotina, una negligenza che crea terreno fertile per un orrore indicibile: la sua disattenzione permette al riminese Benedetto Benedetti, un amico della famiglia e ricco pedofilo, di stuprare brutalmente la bambina tredicenne, sfruttando la sua vulnerabilità e rendendola per anni psicologicamente succube delle sue sozze voglie sessuali. Il padre divorziato, al quale la disperata Patricia chiede aiuto, se ne frega e torna ad essere mantenuto da amanti danarose.
Mentre la storia di Patricia si dipana, emerge il coraggio straordinario di un’adolescente che si ribella al suo destino imposto, riuscendo a risorgere dalle ceneri del suo passato per diventare una donna forte e di successo. Da vittima indifesa a diplomatica israeliana, la sua trasformazione è un potente atto di resilienza contro l’atrocità subita.
“La Via delle Notti Lucenti” è un j’accuse contro l’incapacità degli uomini di proteggere e amare le persone più vulnerabili a loro affidate. Patricia dipinge un ritratto devastante della violenza e della mancanza di responsabilità anche in contesti di lusso ed agiatezza, sottolineando che il vero valore sta nella capacità di prendersi cura e difendere chi è più fragile.
Assunta Pandolfini –
Nei quindici giorni passati in spiaggia, Rimini non mi ha regalato solo tintarella, nuotate e piadina ma anche un inatteso regalo: la splendida autobiografia di una locale scrittrice, Patricia Carabellese, che ho letto doverosamente sotto l’ombrellone e che mi ha entusiasmato come donna e come attivista femminista impegnata nel sociale.
Il libro (LA VIA DELLE NOTTI LUCENTI, Europa Edizioni) si apre con la vicenda terribile dello stupro della piccola protagonista tredicenne per opera di Benedetto Benedetti, un agiato pedofilo riminese sodale del nonno, e degli anni agghiaccianti passati in un orgia di orrende violenze sessuali perpetrate dal bruto in alberghi di lusso ed appartamenti fiorentini con vista su S.Croce, ma e’ meravigliosa la reazione di Patricia che si libera dalle catene psicologiche della sua sottomissione e riconquista la sua dignita’ di donna attraverso numerosissimi amori che lei definisce passionali e tempestosi.
La ragazza si lancia alla scoperta del mondo in quattro continenti, e conquista un’emancipazione professionale che la porta ad essere prima una delle piu’ grandi danzatrici orientali della fine del Novecento, e poi una diplomatica che incontra primi ministri e regine: partecipa a storiche trattative di pace ed anticipa con la sua intelligenza addirittura intuizioni di futuri presidenti americani.
Patricia si staglia su un mondo maschile e familiare che definirei squallido ed infimo, anche se ricchissimo: la madre l’abbandona per seguire partners miliardari, il nonno non la difende dal pedofilo, il padre si dà alla bella vita ed ignora le disperate richieste d’aiuto della piccola figlia violentata, anni dopo il fidanzato violoncellista e bidonista vuole prostituirla a ricchi magnati arabi… L’ultimo della serie, l’attuale marito, pur essendo uomo sembra almeno un po’ meno peggio, anche se viene descritto come un nerd noioso e perso nei suoi conti di scienziato (io studio Fisica, e purtroppo i colleghi maschi sono proprio cosi’!).
Vale quanto Patricia commenta a valle del suo colloquio con la regina Rania di Giordania: se le donne decidessero le cose del mondo, questo sarebbe migliore.