Cos’era il “Muro di Berlino”?… Solo una piccola, piccolissima parte della “cortina di ferro” che per circa ottant’anni aveva isolato l’intera Europa dell’Est dal resto del mondo.
Per la famiglia Marabini gli anni berlinesi furono estremamente formativi. Nella consapevolezza di rivestire un ruolo di rilievo nei confronti degli abitanti di una Berlino-Est pressata dall’oscurantismo rosso, Claudio Marabini – accreditato dal 1975 al 1979 con l’intero nucleo familiare presso l’Ambasciata d’Italia nella R.D.T. – si trova a vivere una realtà completamente diversa da quella lasciata in Italia. Ma soprattutto, comprende appieno i meccanismi politici, sapientemente celati, di una dittatura feroce, mirata all’annientamento dell’uomo, del suo pensiero e delle sue azioni. Ogni individuo è chiamato a rispettare regole ferree e a vivere e produrre esclusivamente per il Partito, il quale orchestra ogni attività sociale, economica e politica del Paese. Il Muro di Berlino, emblema di quei tristi anni, era stato eretto dal potere sovietico e cingeva la parte Ovest della città, perché ritenuta simbolo del capitalismo, fenomeno, secondo il potere rosso, da annientare ad ogni costo; fino al suo abbattimento, avvenuto nel 1989, dal punto di vista sociale il muro aveva rappresentato – e rappresenta tuttora – la repressione e l’immobilismo culturale dell’epoca.
Claudio Marabini ci propone un’analisi accurata di quei momenti. Interessanti e sorprendenti alcune sue considerazioni, che al tempo forse poco vennero ascoltate, ma oggi, col senno di poi, dobbiamo convenire che molto probabilmente era giunto a conclusioni esatte.
Claudio Marabini è nato nel dicembre 1934 a Roma, dove si è laureato, per poi intraprendere un percorso professionale che lo ha portato in giro per il mondo per circa quarant’anni. Una volta in pensione ha dedicato il tempo libero alla raccolta di memorie personali, traduzioni e ricerche storico familiari che gli hanno fatto riscoprire il gusto di una “romagnolità” dimenticata. Tra le sue esperienze principali rientra certamente il periodo vissuto a stretto contatto con il “mondo-oltrecortina” dalle quali, dopo la caduta del Muro, era nata la raccolta di memorie digitali “Noi e la RDT Lettere dalla DDR” (depositata dal 2016 all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano ed ora al centro della presente opera).
Tra le sue opere principali rientrano: “Una Vita Italiana Ezio Marabini-Regnoli (1861/1915)” (Europa Edizioni, Ott. 2013), “Roma 1786/1788 dai Viaggi di un Tedesco in Italia, nelle Lettere di K.Ph. Moritz” (ed. CM/IlMioLibro, 2016), “Quell’Autunno del 1943…” (dal Diario 1943/’46 di Wanda Affricano-Marabini. GEDI-IlMioLibro, Ott. 2018), fino al presente “C’era una volta, la RDT” (Europa Edizioni, 2024).
Fra le altre memorie, accessibili solo in stampa digitale, si possono citare: “Sull’Apertura di un Ufficio ICE nella RDT” (da una Missione presso il Bundes-Archiv di Berlino nel dicembre 1999. Documenti originali, con traduzioni, note e commenti, in fascicolo “Ed. CM-’07”, depositato presso le Biblioteche MAE e ICE) …ed il vecchio “Zibaldone…” (dalle memorie originali manoscritte fra il 1976 e il 1989, trascritte in formato digitale con foto nel 2009, con successive ritrascrizioni aggiornate. In attesa di prossima pubblicazione).
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