Se ha le prime e successive malinconie di un Pianto antico di Giosuè Carducci, Anna Maria Santoriello le risolve temporaneamente con un rap dolente e gioioso. (Andrea G. Pinketts)
Silvia, distaccata dalla famiglia, da bambina è stata affidata ad una Nonna che non le era nonna, il cui animo era imprigionato da un doloroso segreto. La sua infanzia, pur se non priva di calda umanità, è stata segnata da buchi d’amore e da slanci bloccati. I suoi ricordi, oggi che è donna matura e di alta sensibilità, fino allo scioglimento del “segreto” si snodano tra sorrisi e fantasmi, calde vicinanze e abbracci mancati, tra attese vibranti e delusioni cocenti. “Il segreto di Nonna Ninna” è un romanzo in versi, che scivolano leggeri e chiari, illuminati dalle illustrazioni di Chiara Savarese e da singole introduzioni che creano un’atmosfera quasi da fiaba. Essi scatenano una tenera empatia con la piccola protagonista e lasciano un retrogusto agrodolce per le riflessioni che emergono e per la rievocazione di un mondo, l’Italia del dopoguerra, in cui di “Silvie” ce n’erano tante. E alla fine ci rendiamo conto che, in un modo nell’altro, Silvia
siamo noi.
Anna Maria Santoriello, nata e residente a Cava de’ Tirreni (SA), ex docente di Educazione musicale, pianista di intensa attività didattica, non ha inteso solo raccontare una storia d’infanzia, ma anche dare per la prima volta corpo e parole alle emozioni che le hanno danzato nel cuore per tutta una vita, senza trovare uno sbocco. Da qui la sua sfida, che assume una valenza non solo letteraria, ma anche esistenziale.