Quando nasce, il piccolo Bibien è in perfetta salute, tranne che per un piccolo difetto alla bocca (il labbro leporino) che necessiterà di alcuni interventi chirurgici prima di poter essere corretto definitivamente. Dal punto di vista della salute, il problema passa rapidamente in secondo piano rispetto a quello estetico, soprattutto nel momento in cui il confronto con le altre persone è più difficile, in età scolastica. Quello che, però, sembra mancare a Bibien sul lato estetico viene compensato con una mente straordinaria, sagace, arguta ed incredibilmente profonda. Alcuni suoi comportamenti appaiono strani, spesso anche inquietanti, agli occhi di chi si aspetta un ragazzo normale, secondo i comuni canoni di normalità. Ma sarà proprio questa sua particolarità a giocare un ruolo fondamentale nella sua vita. E quando arriverà il momento, quel “brutto anatroccolo” si renderà conto di cosa significhi essere veramente diventato un cigno.
Eloise Sorel nasce a Bergamo nel 1946. Dopo gli studi intraprende l’attività lavorativa in sfere diverse, ma per anni sarà, come lei usa definirsi, “una mezza manica dello stato” avendo trovato un’occupazione nel settore pubblico. Si iscrive cosi alla scuola di recitazione, impara a suonare il pianoforte, frequenta corsi di varia natura. Dopo la separazione dal marito, decide di riprendere in mano la propria vita e seguire le vere istanze dell’anima alla ricerca di qualcosa che possa guarire dalla malattia di vivere. Si aggrappa così all’arte figurativa trasponendo nelle sue opere ideali di bellezza o tematiche legate alla quotidianità. Eloise sa che la felicità non esiste, ma che una tensione gioiosa verso il meglio è possibile, così scopre un’esuberante applicazione del colore sulla tela che vedrà un entusiastico riconoscimento di pubblico, al quale si presenta con lo pseudonimo di “LYUZA”. La scrittura invece è sempre stata una fedele compagna