Domenico Campo, chiamato affettuosamente tra i compaesani di Alcamo Don Mimì, è da qualche giorno fermo a letto per una malattia che non accenna a scomparire. Ma la sua forza d’animo è quella di un tempo, la stessa che negli anni Venti lo spinse a emigrare negli Stati Uniti per cercare fortuna. Lui, un modesto fabbro ferraio, in quelle terre lontane e mitizzate non era stato abbagliato dal sogno americano, ma insieme al suo amico Gaspare Cannone era stato vittima del pregiudizio e dell’ostilità verso chi nutriva simpatie socialiste. L’esperienza americana ha segnato nel profondo il carattere di Don Mimì che ora di fronte ai suoi due figli, qualche anno dopo la fine della seconda guerra mondiale, ha il compito di educarli e di spiegare loro la differenza che passa tra il bene e il male. Una questione che lo ha animato per tutta la vita ma che ora si presenta in forme diverse, alimentata da una riscoperta della dimensione religiosa e da una fantasia che lo porta a immaginare storie di tempi lontani. Il ferro di cavallo, simbolo per eccellenza di un mestiere che dà il titolo al romanzo, è una storia intensa e drammatica, che restituisce al lettore tutti i colori e le contraddizioni della Sicilia, una terra ideale per vivere e raccontare sentimenti profondi ed eterni.
Giacomo Romano Davare è nato ad Alcamo, in provincia di Trapani, nel 1945; dal 1981 vive a Morbegno (Sondrio). Capitano di Lungo Corso (tre anni di navigazione oceanica), laureato in Economia e Commercio, è stato Dottore commercialista, docente di Matematica e Dirigente scolastico negli istituti secondari superiori, membro dell’Accademia Ferdinandea di Catania. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di narrativa, saggistica, poesia e drammaturgia, con le quali ha vinto diversi premi lette-rari. Regista e attore, ha calcato le scene in vari teatri in Italia e all’estero, e ha collaborato con prestigiosi artisti: alcuni suoi testi teatrali sono stati messi in scena nei teatri di Roma, Milano, Chiasso, Palermo. Nel 2011 il GATAL di Milano gli ha assegnato il Premio Speciale per i suoi cinquant’anni di attività come autore-regista-attore “esempio di grandi capacità artistiche”.
FOREIGN RIGHTS
Domenico Campo – friendly called Don Mimì – is stuck in bed for an illness that won’t go away. But the strength of his soul is the same as it were in the 1920’s when he went to the USA to look for fortune. Back there, he wasn’t dazzled by the American dream, but with his friend Gaspare Cannone, they were victims of prejudice and hostility towards those who nurtured socialist sympathies.
The American experience has deeply marked the character of Don Mimì who now, a few years after the end of the Second World War, has the task of educating his two children and explaining to them the difference between good and evil.
An issue that has animated him all his life, but which now presents itself in different forms, nourished by a rediscovery of the religious dimension and by a fantasy that leads him to imagine stories of distant times. The horseshoe, symbol par excellence of a profession that gives the title to the novel, is an intense and dramatic story, which gives back to the reader all the colours and contradictions of Sicily, an ideal land to live and tell deep and eternal feelings.
Giacomo Romano Davare was born in Alcamo, in the province of Trapani, in 1945; since 1981 he has lived in Morbegno (Sondrio). Captain of Long Course (three years of oceanic navigation). He graduated in Economics and Commerce, he was a Chartered Accountant, teacher of Mathematics and School Manager in secondary schools, member of the Ferdinandea Academy of Catania.
To his credit, he has numerous publications of fiction, nonfiction, poetry, and dramaturgy, with which he has won several literary awards.
Director and actor, he has performed in various theaters in Italy and abroad, he has collaborated with prestigious artists: some of his plays have been staged in theaters in Rome, Milan, Chiasso, Palermo.
In 2011, the GATAL of Milan awarded him the Special Prize for his fifty years of activity as author-director-actor and “example of great artistic skills”.
PREMI E RICONOSCIMENTI
Premio speciale “Romanzo Storico”, narrativa edita, al Concorso Internazionale Le Grazie – Porto Venere La Baia dell’Arte
Secondo posto nella sezione narrativa del Premio letterario Fortuna – settima edizione del Concorso Nazionale di Letteratura in Lingua Italiana con il giudizio riportato più che lusinghiero: “Opera ben congegnata e ben scritta, ricorda le scritture verghiane e del Capuana. L’Autore si conferma erede dell’ottima tradizione siciliana”
Premio della critica letteraria al concorso Talenti Vesuviani
RASSEGNA STAMPA
Articolo pubblicato su La Provincia
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