La poesia è una montagna e la via dell’ascesa aspra e infinita. Si ha spesso l’impressione di essere vicini alla cima ma ad ogni tappa si allontana la meta. Questo non deve distogliere dal cammino ma spronare alla ricerca interiore e all’ascolto. Ben lo sa Renato Romano che da anni affida ai versi il suo vissuto emozionale.
Nelle sue composizioni tra immagini e parole ricorrenti nel linguaggio poetico, guizzano lampi iconici efficaci e suggestivi.
Le poesie di varia lunghezza, divise per sezioni, ripercorrono i temi dell’amore e della vita. Gradevoli quelle di ispirazione paesaggistica come “l’Onda del mare” e quelle di ispirazione sociale ove guerra e violenza fanno sentire la loro tragica voce. E’ il caso di “Senza titolo” e soprattutto di “Auschwitz” ove la partecipazione dell’autore al pathos delle vittime è molto forte e viva.
Franca Maroni, giornalista de’ Il Resto del Carlino Marche
Renato Romano, è nato a Venezia nel 1967, vive in Campania. È una delle giovani voci della nuova poesia di oggi. Il suo nome figura nel Compendio degli Autori Italiani del Secondo ‘900.
Nel 1992, ha pubblicato “Lucia”, una raccolta di poesie d’amore, ispirate e composte a un’unica donna, musa ispiratrice del poeta.
Ha in preparazione due romanzi e un libro di interviste ad artisti e cantanti della canzone napoletana, molti dei quali non sono più in vita, come Sergio Bruni, Aurelio Fierro, Roberto Murolo e altri. È giornalista pubblicista. Lavora, e collabora, a giornali e riviste.
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