Un racconto con una scrittura limpida e coinvolgente e dalla trama fitta e popolata da personaggi ben costruiti – Florindo Rubbettino
La storia ha origine dal declino della civiltà rurale sopraffatta dall’emigrazione, dalla meccanizzazione e dalla decadenza della famiglia contadina con la scomparsa della mezzadria e l’abbandono della terra.
Tutto inizia al termine degli anni ’60 con la contestazione giovanile, il cambiamento dei costumi, il ’68, Woodstock, fino agli anni di piombo, e l’individualismo che ha sopraffatto le tradizioni familiari.
In questo contesto si insinua la vita del protagonista, che si infrange in troppe contraddizioni e subisce gli effetti di una malattia insidiosa, frutto di una vita estrema vissuta fin dalla tenera età.
Gli eventi determinano la crisi della visione affettiva e dei sentimenti con l’affermazione della libertà di espressione in tutti gli aspetti a discapito del romanticismo e dell’idealizzazione dei rapporti umani.
Le vicissitudini umane si infrangono con l’insorgenza del problema della terza età, esasperato dalla cecità e dalla demenza della madre, da sempre fonte di serenità e sicurezza.
La rottura finale di un mondo costruito da desideri, sogni e aspirazioni sarà il preludio di un’affermazione sociale che era ed è insita in tutti i modelli familiari ancora esistenti.
Guglielmo Guzzo, nasce il 14 maggio 1954 a Paterno Calabro e vive a Dipignano, piccoli Comuni ricchi di storia e tradizioni della Regione Calabria, Italia.
Ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso “La Sapienza” di Roma, conseguito due specializzazioni in Chirurgia e diplomi formativi; ha dedicato la sua vita professionale alla pratica della Chirurgia con fervente dedizione, soprattutto, verso i deboli.
Ha vissuto per gli studi a Roma nel periodo noto come “gli anni di piombo”, plasmando la sua determinazione nell’affrontare sfide diverse mantenendo saldo il legame con le sue radici calabresi.
La sua dedizione verso la Comunità del Cosentino, oltre all’impegno lavorativo, si è concretizzata in vari aspetti del mondo politico e sociale e del volontariato, imprimendo un’azione concreta di recupero di tradizioni religiose e, soprattutto, nella preservazione delle tradizioni locali con la creazione del “Museo del Rame e degli Antichi Mestieri” e l’istituzionalizzazione di una Fondazione votata a promuovere lo sviluppo e la valorizzazione del territorio.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.