Storia di Pietro e della sua smisurata, certamente non originale passione, il creato. Il creato, sia esso declinato nelle multiformi e prodigiose manifestazioni offerte dalla natura intorno a noi, che nella sua espressione più compiuta, fulgida e stupefacente: la donna. La donna, dunque, oggetto e culto primari della vicenda umana di Pietro; ed Elena, la loro materiale personificazione. È questo il racconto di alcuni frammenti di vita apparentemente sconnessi e irriguardosi di un ordinato sviluppo temporale. È il dichiarato intento di scardinare, almeno nella narrazione, l’impetuoso, ineluttabile, inesorabile, incedere del tempo. L’amore sconfinato di Pietro per i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza: “Il mio paese”, “L’anello”, nei quali traspare tutto il suo affetto per Capaci, borgo delizioso e amabile che gli ha dato i natali ma che purtroppo viene ricordato solo per la strage mafiosa. Le sue difficoltà nell’affrontare, lui nato e cresciuto in un tranquillo paese dell’hinterland, l’impatto con la nuova dimensione metropolitana: “Il trasferimento”. E ancora, l’amore per Elena, forte e profondo, più forte della debolezza e dell’egocentrismo umano. Un’energia totalizzante che cattura e paralizza persino gli sguardi, in una comune, profonda estasi. Un amore sbocciato in tenerissima età: “Facciamo l’amore”, e consolidatosi nel tempo: “A prescindere”, “Una brutta strada”, “Il braccialetto”, “Il lupo”, “Il concorso”, “La donna in blu”. Poi, i terribili eventi che scavano in Pietro ferite profonde: “La moto”, “Vera”, “La depressione”, “L’ultimo saluto”. In un conflitto continuo tra le diverse passioni, Pietro vive gli altri amori: “Dorotea”, “Incanto”. “Una rete arrugginita”, “La torta”, “Lacrime di Madonna”. E infine la passione per il gioco: “Giochi pericolosi”, “Scherzi”, “Diabolik”, taumaturgico rimedio contro le angosce della vita e ideale viatico per apprezzarne l’essenza più viva e pulsante. E tra questi il teatro, il gioco più bello e avvincente: “L’Accademia.”
Emanuele Siino è nato a Capaci nel 1955. Dipendente, docente universitario, ha insegnato per un lungo periodo presso il Corso di Laurea in Servizio Sociale. Autore di testi e manuali tecnici sull’ICT, ha fatto parte, anche se sporadicamente, di alcune produzioni teatrali, continuando ad alimentare così la sua smisurata passione per il teatro. È sposato con Daniela ed è padre di Marco, Costantino e Serena. Pensionato dal 2022, trascorre le sue giornate vicino al mare e immerso nel verde della sua casa a Scopello.
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