[…] Maria in questo libro ci lascia entrare nel suo universo, un universo familiare, abitato da cose e da persone a lei care. Ci fa accomodare e lascia che a prendersi cura di noi sia una poesia fatta di immagini vivide, di colori, di suoni, una poesia in cui persino gli odori parlano. Le parole ci accarezzano, qualche volta sussurrano al nostro orecchio, ci prendono per mano. Ora con forza ora con delicatezza, ci conducono per le strade, nelle stanze, dove tra vestiti, caffè, la sabbia di una spiaggia, una bottiglia di vino, un picnic sotto gli ulivi e una chiesetta, incontriamo Beatrice, Ana, Rosa e tutti i protagonisti di quello che sembra un villaggio dell’anima, una sinfonia di note mature che suonano una musica fresca. Di musica in effetti si tratta. Quella di Maria è una poesia musicale e quotidiana, che con raffinata semplicità racconta il mistero, sapendo essere intima e universale allo stesso tempo.
Dalla prefazione di Ornella Bonventre & Brad Spurgeon
Maria Piacente, nata in Calabria vive e lavora tra Milano, Firenze e Agrigento. È giornalista pubblicista, fa parte della Società italiana delle letterate ed è Direttrice di Pedagogika.it – Rivista di educazione, formazione e cultura. Terapista familiare, formatrice e autrice di articoli e saggi su temi educativi è sempre stata amante della poesia, del teatro e dell’arte.
Diletta Morgan –
Versione “corretta” recensione Libro.
Da poco ho acquistato il libro di poesia di Maria Piacente. Accolgo nelle mie stanze un ‘immagine piena di sole che mi raggiunge.
“Parlami di me” contiene un’ inversione, quasi un ossimoro e per questo evoca un’ immagine potente. E’ come se Ermes, Dio della selva e della natura, andandosene, avesse portato via qualcosa di lei. Un’intimità preziosa, non ripetibile, come lo sono le cose dell’amore. E’ una poesia molto evocativa.
“Dove mi aspetti” è un vortice sensuale, quella bocca generosa che presagisce un bacio e la luce bianca del sud…E’ tutto così chiaro, accecante. Una luce che sfavilla come accade solo d’estate…Ma ecco che il gioco sfugge dalle mani, come le cose belle che durano poco.
“Domani” apre il cuore alla speranza, anche quando non se ne ha voglia… i tramonti accadono lo stesso…e chissà….
In quel chissà….. ci sono le cose che si posano dall’alto e si incastrano qualche volta con il disegno dei nostri desideri.
Le poesie sono essenziali e ricche di tenerezza.
Diletta Morgan
EMANUELA CACCIA –
Leggere le poesie di Maria Piacente è come spalancare una finestra.
Lei ci mostra il suo mondo, le cose appunto, che sono vive e vivide.
Mi sono ritrovata nell’uliveto, vicino all’autostrada, sentendo i profumi della cucina calabrese. Nel sole di un’estate, sulla spiaggia, a guardare i nodi di un albero.
Leggendo si respira la vita vera, senza abbellimenti, così com’è, ruvida e abbagliante; ci riporta nel quotidiano senza la sua banalità, cogliendo i dettagli della sua forza e bellezza.
Momenti, fotografie di sentimenti autentici che fluiscono nelle parole come le orme di un cammino irregolare.
Nel tempo delle apparenze Maria Piacente ci porta con sé, nel suo viaggio interiore, facendoci scoprire attraverso le sue parole la poesia che si nasconde tra le pieghe della vita.
Ulderico Nisticò –
“Come si posano le cose” è un libro da leggere una prima volta per le impressioni, una seconda per uno studio. Maria Piacente ci consegna un esempio di poesia contemporanea, e, come tale, sperimentale, in cui la parola non è definita musica ma musicalità soffusa; in cui i temi non sono quelli fantastici della tradizione passata, ma v’irrompe la modernità con le sue contraddizioni. Ma la poesia non è mai il “contenuto”, troppo caro alle lezioni scolastiche; non sono le cose che si “posano”, sono gli occhi che le guardano e ne colgono la magia. La poesia della Piacente è fatta di colpi d’occhio che generano sensazioni. Le cose possono essere grandi o piccole o casuali o banali: è la poesia che sublima ed eterna le cose.
La poesia ha per strumento la parola. La sperimentazione linguistica della Piacente mostra una continua contaminazione di verso e prosa, non in quanto generi, ma proprio in quanto linguaggio. Così la poesia può ispirarsi alla realtà prosastica come ai sentimenti più profondi; e la prosa può essere descrittiva come poetica.
Ecco i componimenti della raccolta: “Attila; E penso; Ana; Prestami i tuoi occhi; Noi non l’abbiamo toccato; Periferie; Pomeriggio; Sulla Statale 106; All’ombra di un ulivo; L’ipad di una signora; All’olio di Rosa Mosqueta; Una bottiglia di Cirò; Mai più; E dai; Foglie; Anime d’oro; Fine d’anno; Vieni; Lei e Lui; Futuro prossimo; Solo la bocca; Mancanza: Il pianto della lumaca; Passava col cane; L’ordine del tempo; Cosa ne sanno le cose; Il mio cuore; Confusioni dell’io; Parlami di me; Domani; Dove mi aspetti?” La Prefazione è di Ornella Bonventre e Brad Spurgeon; l’Introduzione, di Giuseppe Palladino.
Incoraggiamo la poetessa a proseguire sulla sua strada difficile e fascinosa.
Ulderico Nisticò
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