E se Dante avesse sposato Beatrice? è il primo di una serie di libri che vorrebbero raccontare la nascita della letteratura italiana, presentando i protagonisti come uomini e non come miti. Appassionando, così, maggiormente gli studenti e riattivando l’interesse in chi studente non lo è più.
Protagonista è Laura, una ricercatrice del XXI secolo. È una storica ma anche un’antropologa ed una linguista. Perciò non è riconosciuta dal mondo accademico ufficiale, che rifiuta ciò che non può classificare entro schemi rigidi. Come il protagonista di Un americano alla corte di re Artù, Laura si ritrova proiettata nel passato. Ma, a differenza del personaggio inventato da Twain, lei non cerca di cambiare il mondo intorno a sé portando la civiltà del XXI secolo, al contrario si fonde in esso.
Gli altri personaggi principali sono: un Dante che non ha ancora combattuto per la sua città; una Beatrice giovane sposa; un Guido Cavalcanti e altri nobili che, negli anni in cui si svolge il romanzo (1289-1291) stanno vivendo un periodo di relativa calma sia in termini di lotte intestine, sia in termini di scontri con città rivali. Ad essi si affiancano altre figure tipiche della Firenze di allora, come ci sono state tramandate dalle cronache coeve: banchieri, servi, dame in cerca di vendetta e personaggi realmente esistiti come i parenti, il padre e le sorelle di Beatrice e il nonno di Petrarca.
Massimiliano Amadasi è nato a Milano nel 1968, da una famiglia milanese con salde radici meneghine. Ha steso i suoi primi racconti al liceo; dopo la maturità scientifica (1987) e la laurea in biologia (1994), ha conseguito l’abilitazione alla professione di biologo nutrizionista (1995). Specializzatosi nel trattamento delle acque reflue e potabili, ha cominciato a lavorare nel settore, senza trascurare i suoi passatempi: le lingue straniere (francese, inglese e tedesco), i viaggi (isole britanniche, Austria, area mediterranea, città d’arte, Liguria), storia romana e medievale, lettura e scrittura.
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