Al capezzale dell’anziana madre, una donna ripercorre la loro storia, segnata da silenzi e distanze mai colmate. Cresciuta nel non detto, ha imparato a intuire i sentimenti inespressi, a decifrare i bisogni soffocati dal tempo e dalle convenzioni. Mentre la madre scivola verso l’inevitabile, la figlia spera ancora di essere riconosciuta, di trovare nelle sue ultime parole un segno, una risposta, forse un gesto tardivo di comprensione.
Nei ricordi riaffiora la giovinezza della madre, emigrata in una provincia padovana rigida e diffidente, dove ha dovuto farsi spazio tra pregiudizi e solitudine. Ha imparato a essere moglie e madre, a scoprire con stupore la propria femminilità, a misurarsi con un mondo in trasformazione nei difficili anni del dopoguerra. Nostalgia, desiderio di emancipazione e inconsapevolezza hanno segnato la sua esistenza, lasciando cicatrici invisibili nelle generazioni successive. “Hai allungato il collo per spiarmi negli occhi. Non sapevi se avresti dovuto preoccuparti o no. Aspettavi dai miei occhi una risposta.”
Maria Beatrice Polli ci dona un romanzo intimo e struggente che intreccia identità, memoria ed eredità emotive, raccontando il complesso rapporto tra madri e figlie e il bisogno universale di appartenenza.
Maria Beatrice Polli (1952) nasce a Villa Estense, in provincia di Padova. Dopo la Laurea alla facoltà di Magistero dell’Università di Padova, dedica il suo impegno professionale al settore della formazione primaria e secondaria, come docente, psicopedagogista e dirigente scolastico. Vive a Tolmezzo (UD). Appassionata di storia e letteratura, ha pubblicato Controcanto – MEF L’Autore libri Edizioni – FI 2014. Inedito è il suo La tana e storie di famiglie erranti.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.