L’autrice Manuela Belli, in La saga dei fuochi, fa rivivere la vita di paese e le sue tradizioni nel secondo dopoguerra. Una realtà fatta di miserie umane, di sogni infranti, di affetti mancati e in alcuni casi precocemente strappati. Si assiste alla fatica di vivere, cui fanno da contraltare le feste religiose del luogo. In questo contesto, l’autrice mette in risalto, con decise pennellate di colore, forti personaggi femminili, sottolineandone il carattere fermo e dominante. In altre ambientazioni, invece, le donne si ritrovano sottomesse da uomini gretti e ignoranti. Infine, donne alla ricerca sé stesse, anche se quello che appare di loro è una corazza deviante. Come nel caso della protagonista, Rosa, all’apparenza prepotente e spregiudicata, ma con un bisogno infinito di stabilità, di affetto e di un abbraccio totale da parte della comprensiva Madre Natura, nel grembo della quale si era consegnata con grande fiducia e ingenuità. E il verde delle stagioni tornerà alla fine a risplendere nell’aria, temprando la sua vita nel crogiolo di un’umanità ritrovata. Storie di donne. Storie vissute con grande adesione, storie che si snodano in una realtà che le opprime e le libera, le assorbe e le modella, le fa vivere e le cambia.
Abruzzese di adozione, Manuela Belli fin da piccola ha considerato la scrittura come una compagna di viaggio, quasi a falsariga di un diario. Ha scritto molte sillogi di poesie che ha riunito nel volume Auxina poetica. Nel 1986 ha scritto E… si specchiò nel mare (romanzo). Intorno al 2000 ha raccolto in un’unica opera dal titolo Sottocoperta più di cento racconti già al suo attivo. Ha curato infine una libera riduzione delle due tragedie di Seneca, Medea e Fedra, in funzione dell’attività di drammatizzazione nelle scuole. Nel romanzo La saga dei fuochi l’autrice fa un affresco della vita di paese, dipingendone persone, abitudini e mentalità.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.