“C’è un momento irripetibile in cui le cose che perdi vengono consegnate all’eternità. Vorrei coglierlo.”
Paolo è un autore di romanzi di successo. Ha una vita professionale appagante, che scorre lineare tra scrittura dei testi, incontri letterari e presentazioni delle opere.
Lo stesso non può dirsi, però, della sua travagliata e burrascosa vita sentimentale, in costante oscillazione tra desiderio di normalità e voglia di provare sempre nuove emozioni, sulla spinta della propria natura passionale. Le sue relazioni si muovono su binari paralleli che solo per brevi tratti si avvicinano, senza mai incrociarsi davvero, in un fragile e spesso precario equilibrio. Fino al momento in cui quei binari si interrompono bruscamente, costringendo ognuna delle donne a lui vicine a riannodare, con dignità e consapevolezza, le fila di un’esistenza che merita comunque di essere raccontata…
Stefano Cannistrà nasce nel 1956 a Roma, dove ha vissuto, studiato e lavorato per tanti anni. Laureato in Giurisprudenza, consegue l’abilitazione all’insegnamento nelle materie giuridico-economiche. Sposato e con due figli, nel 1992 si trasferisce con la famiglia a Perugia, dove tutt’ora vive. Attualmente in pensione, è stato un dirigente pubblico. Ha sempre riservato uno spazio importante alla scrittura: inizialmente curando articoli di stampo giuridico; con il passare degli anni riscopre però un’antica passione per la narrativa che lo porta a scrivere il suo primo romanzo. Esordisce con Chiado editore, nella collezione “Viaggi nella finzione”, con La panchina (I edizione dicembre 2017), romanzo che ha ottenuto diversi riconoscimenti letterari in concorsi nazionali e internazionali, tra i quali il V Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” – premio della giuria in qualità di finalista. Dopo i positivi ritorni ottenuti, le persone a lui da sempre vicine lo hanno spronato fortemente a proseguire con la produzione letteraria. Nasce così il secondo romanzo, Le cose che perdi.
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