Non illudiamoci di poterli incontrare: i protagonisti dei racconti di Leonidas Michelis sono umani, ma non possiamo racchiuderli in questo mondo. Storie delicate e sognanti, raccontate come si racconterebbe una fiaba a un bambino, nella penombra di un piccolo lume, o sotto il lucore della luna. I personaggi sono eterei, profondi, forse distanti, addolorati o malinconici, in cortocircuito tra presente e passato. Stanno contemporaneamente in tempi diversi della loro vita, giacché il presente non può non essere condizionato da quanto è già accaduto e che in qualche modo continua ad accadere. Melanio che somma le cifre di ogni numero incontrato sulla sua strada e poi si lascia guidare dalla magia del risultato, Clizia, insicura, misteriosa e accattivante, Miro che non può dormire, Arsenio e l’amore per la sua Amelia, che insieme alle impronte digitali perde la propria identità… Tutto affondato in un tappeto denso e soffice di sentimenti forti e limpidi, tutto vissuto lontano dalla quotidianità spicciola, eppure sempre al suo interno, muovendosi tra le sue maglie, senza mai lasciarsi catturare. A piacere, stupire, affascinare non sono soltanto le storie prese singolarmente, ma anche il rapporto che ognuna di esse instaura con le altre, in una coralità pienamente risolta. Quasi a dimostrazione di come esista un filo che accomuna il raccontarle.
Leonidas Michelis è nato nella città di Ioannina, in Epiro, nella Grecia settentrionale. Venuto in Italia negli anni Sessanta, si è laureato in ingegneria a Bologna. Trovandosi qui durante il colpo di stato dei colonnelli nel 1967, non ha potuto rientrare nel suo paese per un lungo periodo. Ha lavorato nella grande industria in Italia e in America Latina, poi da libero professionista.
Ha pubblicato i racconti Los claveles del aire nel 2007 e i romanzi L’agave di smeraldo nel 2009 e Il ragazzo di Jànina nel 2011, quest’ultimo pubblicato anche in Grecia nell’ottobre 2013.
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