«Quando nasci, non sai dove ti trovi,né se sei cullato dai fuori, o avvolto da spine, devi solo prenderne atto. Il grande miracolo è la vita, la morte solo la sua conseguenza.»
Tre storie, tre perle. Ed è splendido pensare che le perle nascono sostanzialmente da una piccola imperfezione. Con il tempo, con la pazienza, quel minuscolo granello di sabbia diventa una perla. Così. Questo si prova, leggendo le Memorie dal passato di Adriana Bortelli: la sensazione di assistere al lento formarsi di una perla. Il toccante, drammatico, dolcissimo racconto de L’alpino e Riccioli d’Oro testimonia in modo poetico la semplicità e la profondità di uno stile di vita che si apprezza solo quando forse è troppo tardi, quando è solo una memoria dal passato. Nel secondo racconto, dalla voce di una nonna, ascoltiamo il racconto di un nonno, in un salto generazionale che viene trasmesso a due orecchie giovani che hanno bisogno di ascoltare. Conclude la Storia di un ragazzo che affida al mare le speranze per la propria vita, arrivando nel Nuovo Continente per scoprire che c’è un pezzetto di anima, in tutti noi, che non lascia mai la propria terra d’origine.
Adriana Bortelli, nata nel 1952 a San Donà di Piave, città della provincia di Venezia situata lungo il fiume Piave. Con questi racconti ha voluto descrivere alcuni episodi della seconda guerra mondiale e l’immediato dopo guerra, che hanno in qualche modo condizionato la vita di molti e nell’intento di preservare le memorie affinché non vadano perdute.