«QUARTUCCIU PARE DESERTO. NON CIRCOLA ANIMA VIVA NELLA CANICOLARE GIORNATA D’AGOSTO. L’UNICO SEGNO DI VITA VIENE DAL CAMPANILE DELLA CHIESA DI SAN GIORGIO. DIECI, UNDICI, DODICI. DODICI RINTOCCHI. ANTONIO LI HA CONTATI TUTTI.»
Un patrimonio di inestimabile valore risiede nella memoria delle persone che sanno raccontare. Quando si vive per tanti anni, lentamente, giorno dopo giorno, si costruisce un pezzetto di storia. Non soltanto della propria, ma della storia che diventa la storia di un popolo. La Sardegna, poi… è una terra particolare. È Italia, ma ha qualcosa che appartiene soltanto a lei. Una tradizione, delle regole silenziose che nessuno ha mai scritto, ma che hanno sempre fatto intuire un sottile velo di unicità. Francesca Murranca, con uno stile intenso, talvolta affilato, talvolta commovente, trasferisce sulle pagine i ricordi di tante persone, dando vita ad un libro preziosissimo che aiuta a non dimenticare.
Francesca Murranca nata a Mores nel 1943, vive a Cagliari dove si laurea in Materie Letterarie e per 35 anni si dedica all’insegnamento. Si interessa con passione alla ricerca sull’ambiente e soprattutto alle tradizioni popolari della Sardegna. Pubblica: Le piante nella tradizione popolare sarda, 1992; Memorie di Sardegna: gli animali nella tradizione popolare, 2008; cura per la divulgazione il Diario di Angelo Graziu Settecentottantacinque giorni all’inferno, sottotenente dell’Aeronautica, deportato nei campi di concentramento nazisti di Grajevo, Beniaminowo, Sandbostel, Deblin, Bremervorde, Wietzendorf (26/09/1943 / 24/08/45). Viene premiata in concorsi letterari a Monserrato, Cagliari e Sant’Antioco.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.