Napoli e l’Italia degli anni ’50, ’60 e ’70 vengono raccontate da un baby boomer nato nel primo anno della seconda metà del secolo scorso, attraverso il filtro del ricordo dei suoi familiari e amici. “Tracce” di anime e cose, rese immortali dalla voce narrante, che consentono a persone e luoghi scomparsi o modificati nel tempo di restare ancora in vita non solo nella sua memoria, ma ora anche in quella del lettore.
Napoletano, già professore ordinario di Biochimica presso le Università di Palermo e “Federico II” di Napoli, Raffaele Porta è oggi presidente onorario della Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare.
Dal 1995 al 2006 ha svolto diversi incarichi politico-istituzionali, quali quello di assessore alle politiche formative della Provincia di Napoli e di assessore all’educazione, decentramento e relazioni internazionali del Comune di Napoli. Autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche sulle più importanti riviste internazionali di Scienze della Vita, l’Autore ha precedentemente pubblicato tre libri intitolati Un cuore nuovo (ed. L’Ancora del Mediterraneo, 2004), Pornocrazia imperiale (ed. Albatros Il Filo, 2013), e Biolove, la biochimica dell’amore (ed. Aracne e Rogiosi 2015).
Giuseppina De Rienzo –
Il coraggio della memoria
A un primo sguardo, il nuovo libro di Raffaele Porta – “Tracce. I ricordi di un baby boomer”( Europa Edizioni, pagg. 326. Euro 18.50)- potrebbe far pensare a un progetto di incursioni dentro e fuori il fascino di una doppia identità.
Già ordinario di Biochimica presso le Università di Palermo e della “Federico II” di Napoli, nonché studioso di Biologia Molecolare, in questa sua opera il professore sembra accantonare la sapienza da biologo per abbandonarsi a un percorso sostanzialmente descrittivo: un profluvio di ritratti, storie, avvenimenti tracciati da navigato scrittore, abile nel tener viva l’attenzione del lettore lungo l’arco dell’intero testo, anche attraverso Antonio, voce narrante e (forse) inconfessato alter ego, complice intanto di quell’urgenza rappresentativa che prova a arginare la materia scientifica.
“L’essere umano…non sfugge al destino che lo accomuna agli altri organismi viventi…; nasce…, infine muore senza lasciare impronte materiali che non siano gas acqua e cenere…”.
Il racconto, pur iniziando dal 3 settembre 1943 con l’armistizio del “tutti a casa”, fissa il 1951 come data fatidica per la venuta al mondo di Raffaele-Antonio, presto segnata dal ciclo storico di inediti mutamenti di culture e tematiche: antirazzismo, femminismo, ecologia…
L’estate era alle porte – si narra con tono sicuro – quando mani esperte fecero scivolare dall’utero materno il più fremente dei neo-nati, un già ansioso baby boomer, assetato di guardarsi intorno. Da ignaro boomie –così Wikipedia etichetta le generazioni nate tra il secondo e il terzo millennio – Antonio si scopre presago del ruolo che due squarci di luce: il sorriso di sua madre e il dondolio del lampadario al centro del soffitto – avrebbero contato nella sua esistenza.
Segnali. Una suggestione uguale al dovere di cercare, mostrare, delineare il nostro Tempo immergendoci nella Storia: eventi privati e sociali, miriadi di attese, compresi i drammi del mondo e i suoi gravosi contrasti, accettandoli, chissà, per alleggerirne il peso.
Una coscienza in fondo premonitrice della necessità di testimonianze. Quindi srotolare senza indugio il nastro del nostro vissuto, e offrirlo agli altri in nome del coraggio della memoria.
Ecco allora il quartiere Materdei vissuto da ragazzo: il padre, la madre, le sorelle, gli zii, i nonni, l’amore per la città, il fascino di Margellina: da mare ialinum, acqua chiara e trasparente in gara col sole di Chiaia e di Posillipo; poi la scuola, i giochi, le vacanze, il cinema, la musica, il juke-box, la politica: John Kennedy e Martin Luther King. Il calcio. La base Nato, gli anni del liceo da avidi baby-boomer, impazienti di superare gli esami d’obbligo: maturità, e studi universitari. L’allunaggio dell’Apollo 11 nel ’69; e radio TV cinema computer cellulari. Nel ’75 la tragica morte di Pier Paolo Pasolini. E la controversa legge della riforma Basaglia degli ospedali psichiatrici del ’78. Gli anni di piombo, il rapimento di Aldo Moro, il Papa buono, il golpe cileno e la morte di Allende; la politica di Berlinguer e il suo compromesso storico. La Chiesa, il Vaticano, Papa Wojtyla. La mafia. Le prime guerre negli Anni Sessanta; la strage di Capaci; e nel ’97 l’occupazione della Palestina da parte di Israele, tra destini tuttora irrisolti. Infine Cuba! i suoi sogni e le paure, accanto ai (nostri) timori addolciti da Imagine, immarcescibile melodia di John Lennon.
Poi il colera del 1973. La Camorra. Il terremoto del 1980…
Fino alla morte e alla sepoltura dei genitori di Antonio, dove il buio del dolore riaccende il conforto delle scie luminescenti comparse nel momento della sua venuta al mondo, quasi l’accensione della vita stessa, la individuale traccia di esistere che nessuno avrebbe potuto modificare né spegnere.